mercoledì 23 marzo 2011

Laura

Il fascino di Laura, avvocato nel romanzo "Il Selettore", è nella sua forza insidiosa. E' una donna manipolatrice, che usa tutte le armi che ha a disposizione per raggiungere i suoi fini: seduzione (ha una bellezza matura, di aspetto nordico), denaro, astuzia, scorrettezza.
In una semplicistica ripartizione dei personaggi tra "buoni" e "cattivi", Laura appartiene ai secondi. Ma siccome sappiamo che le cose sono un po' più complesse, la personalità di Laura si afferma convincente, tant'è che una lettrice, tempo fa, mi disse che le era piaciuta proprio Laura!
Ricorda un po' la Helga di Scambi d'Identità, e non solo per l'aspetto fisico. Forse c'è un archetipo in quel modello femminile che piacerebbe tanto agli psicoanalisti!

domenica 20 marzo 2011

Mirrina

Mirrina è una giovane e bella ragazza ateniese di buona famiglia, vissuta quasi duemilacinquecento anni fa, al tempo di Pericle. Il nome me lo ha suggerito Aristofane, nella sua commedia “Lisistrata”, quella nella quale le donne si ribellano contro la guerra (quella pluriennale del Peloponneso, tra Atene e Sparta) e usano l’arma del sesso (negato): Mirrina vi svolge il ruolo di una seducente moglie che porta all’eccitazione il suo compagno, per piantarlo in asso sul più bello. Mi ha affascinato il linguaggio disinvolto del grande commediografo e l’uso incisivo della satira politica, attuale ancora oggi.

Mi immagino Mirrina una splendida donna mediterranea, con i lunghi capelli neri che scendono a boccoli intrecciati come si vede sui dipinti di molti vasi greci dell’età classica. La Mirrina del mio romanzo vive una non felice avventura. Perde i sensi all’improvviso mentre sta passeggiando nell’agorà, trascorre un lungo periodo in un limbo buio, ogni tanto interrotto da stranissime sensazioni quasi da incubo, per risvegliarsi inspiegabilmente – per lei – nella camera di casa sua, in compagnia di uno sconosciuto oplita, terrorizzato e sconvolto quanto lei.

Mirrina ha inconsapevolmente prestato il suo corpo a una viaggiatrice dal futuro, Isabelle, che dimostra di trovarsi subito a suo agio nelle nuove condizioni. Quindi, tutto quello che accade negli intrecci narrativi che passano dalla Svizzera di oggi alla Grecia dell’età classica, vede ad Atene agire il corpo e le sembianze di Mirrina, ma la testa, la cultura, la sensibilità di Isabelle.

Quello dello scambio dei corpi, o del viaggio nel corpo di un altro, è l’espediente narrativo di “Scambi d’Identità”, il mio romanzo di esordio, scritto nel 2005 e pubblicato nel 2006 (ci ho messo più a cercare un editore che non si facesse pagare che a scriverlo, e sono cinquecento pagine!). Vedo che adesso stanno arrivando al cinema e nelle serie tv situazioni simili. A me la soddisfazione di essere stato il primo a ideare e portare a compimento una storia costruita su questa idea.

sabato 19 marzo 2011

Ali

Ali è un eroe romantico. Si presenta così nel romanzo "La Campana di Mezzocammino":

Nel grigiore uniforme delle ore che precedono la notte, l’umidità si materializzava con tale potenza da sciogliere i colori e sfumare i profili. Un uomo camminava a passo spedito, tutto stretto nel suo giaccone, con i capelli biondi che sfuggivano indomiti dal cappuccio di lana e il respiro che sembrava alimentare la nebulosità insaziabile che permeava il sentiero. Ali Tràstila scendeva al canale tonante ... (Cap. 3)

E' il leader di un gruppo di amici che lotta contro un oscuro potere malvagio e, soprattutto, contro la paura. Bisogna avere un po' del carattere e del coraggio di Ali per continuare a vivere e lottare.

L'amico al quale mi sono ispirato per la scelta del nome è stato compagno di sbevazzate nelle osterie sotto i portici di Merano (BZ) e compagno di intensi duelli sulla scacchiera. Nel suo messaggio dopo aver letto il romanzo dice tra le altre cose: "grazie per Ali e non Alì". Questo perché, da buon leghista qual'è diventato, non ama certi equivoci semantici dal sapore mediorientale.

In effetti, quando feci leggere alcuni passi del romanzo a due attori che dovevano recitare un dialogo tra Ali e sua moglie Martina, l'attore lesse istintivamente "Alì". Ali è il diminutivo di Alessandro, solo che in quasi tutta Italia suona Ale. Beh, in Alto Adige, dove Ali ed io siamo cresciuti, si dice Ali.

Mi direte: "E allora?"
Perché, non è interessante un dettaglio sulla fonetica dell'onomastica applicata ai nomignoli?
No?
Ok, forse trovate più interessante sapere come nasce un personaggio e come gli viene scelto il nome.
Nasce prima il nome o il personaggio? (Per cortesia, astenersi dai paragoni su uova e galline, perché siccome lavoro alla Fieravicola di Forlì, mi vengono stirate come la pasta delle mariette di Casa Artusi!)

Prima mi si forma in mente il personaggio, è come se la sua anima assumesse spessore, la mia immaginazione lo vede, ne coglie alcuni tratti fisici, alcuni spunti del carattere, quelli che a volte ci colpiscono in una persona che vediamo per la prima volta. Poi gli cerco un nome. Provo a sentire il nome, cerco di combinare nome e immagine del personaggio e qui mi vengono in aiuto gli amici.

Essendo una storia ambientata in montagna, non ho potuto non riallacciarmi ai ricordi dell'onomastica diffusa nelle valli dell'Alto Adige, quindi Ali, perché no?

Nuova vita per i personaggi dei romanzi

Ieri un amico lettore, dopo aver letto il romanzo "La Campana di Mezzocammino", mi ha mandato questo sms: "1) compl,bello! 2) ma proprio io dovevo crep? ..." etc. Stavo per rispondergli: "Guarda, Ali, che non sei tu il personaggio del romanzo, ho solo preso in prestito il tuo nome e qualcosa che ricordo di te, ma i personaggi dei miei romanzi hanno la loro identità ..."
Ecco!
E' vero, ho pensato, nessuno dei personaggi che popolano i romanzi è davvero qualcuno che conosco (ehm, con pochissime eccezioni, ma gli interessati lo sanno; così come nessuno è la rappresentazione di me stesso, io sono presente in tutti, o quasi, beh, non proprio tutti, quasi tutti).
Questo perché i personaggi hanno una loro vita, una loro personalità, nascono nella mia mente e trovano esistenza nelle pagine però... lì rimangono imprigionati!
Così, mi è venuto in mente che una possibilità per dare loro nuova vita c'è: il blog!
Ci ho messo un po' per prendere confidenza con questo strumento, ma ora dovrei avercela fatta. E posso cominciare a dialogare con il primo che mi viene in mente, pescando tra "Scambi d'Identità" (2006), il citato "La Campana di Mezzocammino" (2008) e l'ultimo, "Il Selettore" (2010), o anche il racconto "Risveglio", del 2008.
Allora, con chi comincio? Magari con Ali?
Solo che adesso mi devo fermare, perché tra lavoro, scrittura, sito internet ... e adesso il blog ... non si può passare la vita davanti a un computer, o no?
Mauro